“Qualcuno mi ha chiesto come mai non ho scritto nulla sul caso dell’infermiera vittima di incidente stradale dopo aver fatto una doppia notte. Che dire…

Io non lo so se parlare oggi ha senso, se denunciare oggi può dare un senso ad una morte così o se tutti dovremmo sentirci solo mortificati per il fatto che si spendono parole solo alla notizia di cronaca per poi dimenticare.

Un po’ come è stato per la prima ondata pandemica. Tutti eroi quando fa comodo.

E non lo so se è perché anch’io come lei sono infermiera, perché è successo lì vicino dove sono nata e cresciuta, se perché mio padre mi ha chiamata con un po’ di tristezza in più, forse per essersi immedesimato troppo in quel padre…

Non lo so se è oggi il giorno della protesta.

Di certo lo era ieri e lo sarà domani, perché come lei tutti gli infermieri, tutti i turnisti in sanità sono costretti a turni estenuanti e continui salti riposo.

E continuiamo a dirlo, ma nessuno ci ascolta. Salvo poi dirsi stupiti alla notizia di cronaca.

E allora oggi la storia di questa povera ragazza non deve spingerci a belle parole, ma a delle belle battaglie affinché mai più possa ripetersi.

Dobbiamo farlo trovando gli strumenti giusti, cose concrete …non serve sventolare eroi.

Io non me la sento oggi su questa notizia di cronaca di fare i discorsoni sindacali.

Questa storia, i sogni spenti di questa ragazza, la sua famiglia, tutti, meritano di più.

Per farlo, domani dovremo non dimenticare.

Per farlo bisognerà unire le forze e pretendere rispetto per l’intera categoria di lavoratori.”